Sartre and l'amour
Ahhh l' amour ! Fonte di gioie e dolori, in misura proporzionale alla nostra maggiore tendenza a gioire o soffrire... Tuttavia, anche nelle situazioni che mettono più a dura prova i nostri sentimenti, un rimedio, per quanto mi riguarda, c'è: rifletterci, pensarci su, cercare un senso a tutto ciò che ci succede. Per molti potrà essere una forma di masochismo, ma per me si tratta di una vera e propria decostruzione depotenziante di ciò che ci affligge e, perché no, il preludio ad una reazione-nuova azione (che non necessariamente può portare al meglio, ma questo è un altro discorso).
Al di là delle mie divagazioni, come avete capito stavolta affrontiamo l'amore interpretato nell'ottica ontologico-esistenziale di Jean-Paul Sartre. Il testo di riferimento è naturalmente Essere e nulla , pietra miliare della filosofia contemporanea. Una breve introduzione: dopo aver esaminato nelle sue principali dimensioni e manifestazioni l'uomo, unico protagonista della ricerca del famigerato essere, che potremmo grossolanamente definire come il senso della nostra esistenza e/o suo fondamento, Sartre esamina le dinamiche concrete con cui ci relazioniamo ai nostri simili . Ciò che accomuna tutti i nostri comportamenti, secondo Sartre, è la conflittualità, dato che non può trattarsi di "relazioni unilaterali con un oggetto in-sè, ma di rapporti reciproci e mobili. Mentre io tento di liberarmi dall'influenza d'altri, l'altro tenta di liberarsi dalla mia, mentre io tento di soggiogare l'altro, l'altro tenta di soggiogarmi".
La ragione di questa conflittualità connaturata a qualsiasi relazione è dovuta al fatto che "io sono posseduto dall'altro; lo sguardo d'altri forma il mio corpo nella sua nudità, lo fa nascere, lo vede come io non lo vedrò mai. L'altro possiede un segreto: il segreto di ciò che sono. Mi fa essere. L'altro è per me insieme ciò che mi ha rubato il mio essere e ciò che fa in modo che vi sia un essere che è il mio essere. Così rivendico l'essere che sono; voglio riprenderlo". Tuttavia, c'è un ostacolo insormontabile nella realizzazione di questo progetto: la libertà dell'altro e la conseguente impossibilità di assoggettarlo pienamente a me. Per cui, qualsiasi nostro progetto che implichi un altro, non può che basarsi sulla conflittualità, dato che ci pone in "legame diretto con la libertà d'altri. E' in questo senso che l'amore è conflitto. Il mio progetto di riprendere il mio essere non può realizzarsi se io non mi impadronisco di questa libertà e non la riduco a essere libertà sottomessa alla mia libertà".
"For the lover wants to be loved? If love was pure desire for physical possession, could be, in most cases, easily satisfied. Instead it is the freedom of others as such we want to take over. Who wants to to be loved not want to enslave the beloved. He does not want to have a robot. The lover wants a special kind of appropriation. He wants to have a freedom as freedom. The lover wants to be loved by a claim, however, that this freedom and liberty as freedom is no longer free. He wants the freedom of the will to determine it to be love, and together, that this freedom is imprisoned by him for wanting his imprisonment. E this prison must be both free and fettered waiver in our hands. For it, the lover does not claim to be the cause of this radical change of freedom, but the chance of being unique and privileged. In love, the lover wants to be worldwide for the beloved. "
"[...] If the other loves me, I become the 'unbeatable , which means that I must be the end absolute. The object that the other must be me, is a complete reference center around which are arranged as a pure means-everything tools in the world. If I am to be loved, are the subject in whom the world will exist for each other. Instead of being a this that stacca dallo sfondo del mondo, sono l'oggetto-sfondo dal quale il mondo si stacca. [...] Mentre, prima di essere amati, eravamo inquieti per questa protuberanza ingiustificata, ingiustificabile che era la nostra esistenza, mentre ci sentivamo "di troppo", ora sentiamo che questa esistenza è ripresa e voluta nei minimi particolari da una libertà assoluta che essa condiziona nello stesso tempo e che proprio noi vogliamo con la nostra libertà. E' questo il fondo della gioia d'amore, quando c'è: sentirci giustificati di esistere".
Tuttavia, anche questa sopraelevazione ontica e spirituale allo stesso tempo è distruttibile in quanto "le relazioni amorose sono un sistema di rimandi all'infinito sotto the perfect symbol of love value, that is a fusion of conscience in which each retains its otherness to justify another. "There is always a subtle nothing that separates the two lovers, even in moments of melting total that is given that it, too often proved elusive, miserable, empty as it inevitably material and finished (but will return to this point.) "Love is therefore a contradictory effort: the problem of my being-for -Other remains unsolved, the lovers remain every man for himself in a total subjectivity, does not lessen their contingency and saves them from the facticity. Moreover, their gain can be continuously compromised: at every moment, every conscience can be released from his chains and the other as suddenly contemplate object. Then the magic stops, the other half becomes among other means, the illusion, the game of mirrors that form the reality of love, suddenly ceases. "Amara as plain truth.
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